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Lettera di Natale

La mia lettera di Natale? Ricordi di bambina… Attesa, sorpresa, emozione, forme colorate, rigorose scatole nere, rosse, bianche, nuance cipria e stelle…  nastri lucidi, profumi di legno e di neve, luci tenui di candele sfarfallanti, fuochi, ologrammi e lame laser… Non dovevamo regalarci niente? Solo un pensiero dicevi tenendomi così stretta da farmi male. Ti scrivo anche quest’anno la mia lettera di Natale! Un pensiero per l’anno nuovo… ed è già San Valentino, il mio compleanno, estate… Solo un pensiero! Il rainbow dell’anno scorso era più bello di quello che mi hai regalo per il nostro primo Natale insieme. Quanti anni sono passati? Ti ricordi come ho fatto la matta?! Quanti colori abbiamo cambiato?! Poi ho voluto tutta la collezione! Quest’anno solo un pensiero… come ogni anno. Un pensiero per ogni carezza, per ogni bacio, per tutti i tuoi silenzi e le mie risate, per ogni attimo proibito, per le nostre mani… Solo un pensiero a Natale e poi… tu lo sai…

I gioielli non servono a niente

I gioielli non servono a niente. Forse solo a chiedermi un bacio, ad attirare carezze pericolose. Le tue collane lunghe disegnano il collo, indicano l’ombelico, mostrano percorsi alle mani, segnano il buio di riflessi ovali, servono solo a ritrovarti. I grandi anelli dalle pietre colorate che metti d’estate come ghiaccioli e d’inverno come scaldini non servono a nient’altro che a incantarmi mentre mi indichi il mare e la neve con le mani che corrono ovunque mentre giochi e parli. Gli anelli larghi d’oro e d’argento sono solo specchi che dei giorni riflettono il vento e altri mi chiudono le mani dentro pensieri rossi. Gli orecchini rubano sguardi e tirano i capelli, attirano le mani degli amanti e le fanno sparire nelle chiome. I grandi cerchi rotondi si infilano tra le labbra a cercare parole solo sussurrate, confidenze proibite troncate, poi tornano a giocare, a dondolare aspettando nuovi occhi, altre mani, per altri inutili giochi…

E poi fate l’amore

La vita è poesia e i nostri gioielli sono vita e poesia, si infilano nelle pieghe dei versi tra le carezze delle parole, nelle emozioni provocate da una collana lunga sulla pelle nuda, nell’impigliarsi della mano tra i capelli e un orecchino grande, leggero e dalle forme morbide che non ti lascia più. I nostri anelli segnano le mani che abbracciano, stringono e si uniscono calde, le dita che si sfiorano, regalano colori e appigli a cui appendere baci. Vestite la pelle liscia solo di gioielli… Collane morbide, orecchini luminosi, grandi anelli e schiave rotonde…

“E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi,
vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento
era stata un po’ sbiadita.
Intendo dita sui corpi,
creare costellazioni,
inalare profumi,
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano
allo stesso ritmo.
E poi sorrisi,
sinceri dopo un po’
che non lo erano più.
Ecco,
fate l’amore e non vergognatevi,
perché l’amore è arte,
e voi i capolavori.”

Alda Merini

Della stessa essenza dei sogni

Ha ragione Shakespeare quando dice che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni altrimenti non faremmo gioielli. Viviamo delle magie della luce, dei riflessi della luna sull’acqua, delle corse su un prato, del sole d’inverno, delle nuvole… altrimenti non faremmo gioielli. Gioielli fatti di preziose lavorazioni manuali e di follia, di scarabocchi graffiati di notte su fogli volanti che diventano leggeri volumi d’argento dalle superfici scratch. Ci emozioniamo per nulla, una carezza, un bacio, lo sfiorarsi di una mano, un goal fatto per caso, Alice che se ne va e non torna più. Gioielli che accarezzano la pelle nuda come uno sguardo e ci fanno sentire belle come nei sogni. Gioielli sognati e regalati davvero. Forme morbide e liscie come le curve dei miei pensieri segreti. Orecchini leggeri come i tuoi no, come i bracciali con cui nessuno ti ha mai legata. Ti muovi appena, ti giri e resto immobile in attesa di sentire ancora il tuo sonno. Non hai tolto neanche la collana lunga che ti segna tra i seni. Quando ridi e ti muovi di scatto sono lampi di luce, tintinnii leggeri, come stessi sempre giocando, come in un ballo. Amo i tuoi tanti anelli e le tue dita, quando fai così con l’indice e sembri la mia prof con gli occhiali, poi scuoti sempre la mano come a dire… Ma va là! Mentre dormi ancora con tutti i gioielli addosso penso ai giorni dei regali, compleanni, liti e paci, cose prese solo per vedere i tuoi occhi diventare un po’ più grandi, per sentirti stracciare la carta come una bambina che se ne frega del pacchettino fantastico.
Chissà cosa sogni.