I gioielli non servono a niente

I gioielli non servono a niente. Forse solo a chiedermi un bacio, ad attirare carezze pericolose. Le tue collane lunghe disegnano il collo, indicano l’ombelico, mostrano percorsi alle mani, segnano il buio di riflessi ovali, servono solo a ritrovarti. I grandi anelli dalle pietre colorate che metti d’estate come ghiaccioli e d’inverno come scaldini non servono a nient’altro che a incantarmi mentre mi indichi il mare e la neve con le mani che corrono ovunque mentre giochi e parli. Gli anelli larghi d’oro e d’argento sono solo specchi che dei giorni riflettono il vento e altri mi chiudono le mani dentro pensieri rossi. Gli orecchini rubano sguardi e tirano i capelli, attirano le mani degli amanti e le fanno sparire nelle chiome. I grandi cerchi rotondi si infilano tra le labbra a cercare parole solo sussurrate, confidenze proibite troncate, poi tornano a giocare, a dondolare aspettando nuovi occhi, altre mani, per altri inutili giochi…

Della stessa essenza dei sogni

Ha ragione Shakespeare quando dice che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni altrimenti non faremmo gioielli. Viviamo delle magie della luce, dei riflessi della luna sull’acqua, delle corse su un prato, del sole d’inverno, delle nuvole… altrimenti non faremmo gioielli. Gioielli fatti di preziose lavorazioni manuali e di follia, di scarabocchi graffiati di notte su fogli volanti che diventano leggeri volumi d’argento dalle superfici scratch. Ci emozioniamo per nulla, una carezza, un bacio, lo sfiorarsi di una mano, un goal fatto per caso, Alice che se ne va e non torna più. Gioielli che accarezzano la pelle nuda come uno sguardo e ci fanno sentire belle come nei sogni. Gioielli sognati e regalati davvero. Forme morbide e liscie come le curve dei miei pensieri segreti. Orecchini leggeri come i tuoi no, come i bracciali con cui nessuno ti ha mai legata. Ti muovi appena, ti giri e resto immobile in attesa di sentire ancora il tuo sonno. Non hai tolto neanche la collana lunga che ti segna tra i seni. Quando ridi e ti muovi di scatto sono lampi di luce, tintinnii leggeri, come stessi sempre giocando, come in un ballo. Amo i tuoi tanti anelli e le tue dita, quando fai così con l’indice e sembri la mia prof con gli occhiali, poi scuoti sempre la mano come a dire… Ma va là! Mentre dormi ancora con tutti i gioielli addosso penso ai giorni dei regali, compleanni, liti e paci, cose prese solo per vedere i tuoi occhi diventare un po’ più grandi, per sentirti stracciare la carta come una bambina che se ne frega del pacchettino fantastico.
Chissà cosa sogni.