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Ciao bellissima!

Piove e vien voglia di scrivere canzoni così come vengono, di filmarti mentre dormi e mentre cammini, mentre ti svegli e sorridi, mentre ti infili tutte quelle collane e provi diecimila orecchini facendo le facce strane e le boccacce a me che ti guardo e non riesco quasi a respirare mentre la tua pelle sparisce e ti riempi le dita di anelli colorati come se fosse già Natale… Ci vorrebbero le parole di Vasco, la sua musica e la sua faccia da sberle a riempire la nostra casa mentre ti trucchi con una sola riga nera. Mi fai ciao tirando su le collane ridendo come una matta. Tre minuti e sparisci sgommando. Mi restano le strisce di luce rossa e gialla riflessa sulle gocce della finestra, le strisce azzurre e viola delle tue mani, le nuvole di fumo e cento whatsapp fino a stasera…

Lui l’aspettava…


Lei era arrivata tardi, stanca, disegnata solo dalle luci vive dei suoi gioielli, trafelata come vento da una finestra chiusa male. Si era addormentata subito, vestiti e gioielli ancora addosso. Rannicchiata nel sonno, le grandi maglie della lunghissima collana sfioravano le ginocchia. Era tutto così strano. Nell’abbandono totale quei segni d’argento evocavano Klimt, l’eros e la seduzione di una nudità attesa. La mano abbandonata sul cuscino, i grandi anelli dalle forme morbide tra gli abissi scuri dei capelli, gli orecchini lunghi, grandi e leggeri fino alla gola cambiavano riflesso ad ogni battito. La conosceva a memoria ma non si stancava mai di guardarla dormire. Accarezzava i suoi gioielli tutte le notti fino all’alba quando il sogno spariva dopo la magia del suo primo sorriso.