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Ballare a Venezia

Non mi ricordo quasi più di Venezia, delle pietre, dell’acqua, delle gondole… mi sono rimaste le tue risate di quando facevi la matta. Ho tutte le tue foto, le collane lunghe si muovevano con te e ti circondavano di riflessi, di lampi di luce. Ti guardavano tutti. Sembravi la diva di uno di quei film degli anni trenta con le attrici fatali, i telefoni bianchi… Quando ci siamo messi a ballare tra le pozzanghere vicino al mercato del pesce, a Rialto, quel gruppo di giapponesi s’è perfino scordato lo shopping per fotografarci…
Applausi, complimenti e negli occhi voglia di rubare i tuoi gioielli…

Le Croci di Rainbow Classic Jewels

La croce come simbolo grafico è esistito in molte culture precristiane. Simbolo di vita rielaborato nei secoli spesso come semplice elemento decorativo diventa texture, si deforma, si complica in forme geometriche simmetriche e spiraliformi fino a diventare dagli anni ’60 in poi decoro ricorrente in tante collezioni moda di importanti griffe. I gioielli Raimbow Classic di Pittiesisi si appropriano delle geometrie cruciformi con ironica leggerezza, rimandando alle infinite interpretazioni sfruttate dall’arte in tutti i secoli, dalla ridondanza barocca alle invenzioni cromatiche della pop-art. Puzzle che si compongono e scompongono. Grandi orecchini asimmetrici dalla leggerezza sorprendente, pendenti di catene lunghissime, giochi solari e outfit avvolti da nebbie turibolari. Provocazioni ammiccanti e sorrisi, sguardi interrogativi, travestimenti e colorate invenzioni.
Tutti i gioielli Raimbow Classic e Raimbow Colors sono disponibili con quarzi, Cognac, Fumè, Verde, Viola e Blu in forme tonde o quadrangolari.
Per giorni e notti coloratissime.

Gli innamorati

L’amore è banale come una poesia sentita mille volte, come una canzone che fa sempre rima con cuore, come tutti i regali stupidi da innamorati, come i mille cuori che prendono forma ovunque, incisi, disegnati, respirati o solo pensati. Cuori di ragazzi e di giovani vecchi che si stringono ancora le mani. Baci, carezze, sussulti che non aspettano San Valentino, che hanno fretta di labbra, di occhi, di pelle e di sogni resi veri tutti i giorni con mille regali leggeri, cuori e stelle, pensieri, giochi, simboli incisi sulle braccia, sulle mani che cercano il calore morbido delle solite parole…

Les enfants qui s’aiment s’embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s’aiment
Ne sont là pour personne
Et c’est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie
Les enfants qui s’aiment ne sont là pour personne
Ils sont alleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l’éblouissante clarté de leur premier amour.

Jacques Prevert

Ciao bellissima!

Piove e vien voglia di scrivere canzoni così come vengono, di filmarti mentre dormi e mentre cammini, mentre ti svegli e sorridi, mentre ti infili tutte quelle collane e provi diecimila orecchini facendo le facce strane e le boccacce a me che ti guardo e non riesco quasi a respirare mentre la tua pelle sparisce e ti riempi le dita di anelli colorati come se fosse già Natale… Ci vorrebbero le parole di Vasco, la sua musica e la sua faccia da sberle a riempire la nostra casa mentre ti trucchi con una sola riga nera. Mi fai ciao tirando su le collane ridendo come una matta. Tre minuti e sparisci sgommando. Mi restano le strisce di luce rossa e gialla riflessa sulle gocce della finestra, le strisce azzurre e viola delle tue mani, le nuvole di fumo e cento whatsapp fino a stasera…

La luce di Venezia

Certi giorni a fine Novembre il sole a Venezia è così caldo e intenso e luminoso che sembra durare sempre. Le pietre alle Zattere sono bianche e calde che vien voglia di stendersi fino a toccare l’acqua con la mano carica di anelli dalle pietre colorate. La luce rimbalza sull’acqua e amplifica i colori che disegnano riflessi violazzurri, verdi, arancio, ombre semitrasparenti come fosse fumo colorato che si allunga tra le dita e disegna volute rotonde sulla pelle, sui ricordi delle lastre di pietra d’Istria che non ci sono più, sulle piccole onde che si rompono così vicine. Le stesse luci, gli stessi colori che dagli orecchini tingono i capelli e gli zigomi, ombre che tagliano il viso e ridisegnano la bocca. In un attimo tutto diventa più giallo, il sole regala una vampata prima di spegnersi in laguna e congelare l’aria, la luce e i colori. Restano i riflessi verdazzurri, azzurrancio degli anelli tra le dita che sfumano veloci nel buio a riscaldare la notte gelida promettendo un’altra estate.

I gioielli non servono a niente

I gioielli non servono a niente. Forse solo a chiedermi un bacio, ad attirare carezze pericolose. Le tue collane lunghe disegnano il collo, indicano l’ombelico, mostrano percorsi alle mani, segnano il buio di riflessi ovali, servono solo a ritrovarti. I grandi anelli dalle pietre colorate che metti d’estate come ghiaccioli e d’inverno come scaldini non servono a nient’altro che a incantarmi mentre mi indichi il mare e la neve con le mani che corrono ovunque mentre giochi e parli. Gli anelli larghi d’oro e d’argento sono solo specchi che dei giorni riflettono il vento e altri mi chiudono le mani dentro pensieri rossi. Gli orecchini rubano sguardi e tirano i capelli, attirano le mani degli amanti e le fanno sparire nelle chiome. I grandi cerchi rotondi si infilano tra le labbra a cercare parole solo sussurrate, confidenze proibite troncate, poi tornano a giocare, a dondolare aspettando nuovi occhi, altre mani, per altri inutili giochi…

Preziosi indizi

Gli orecchini erano stati lasciati lì sul tavolino basso, un ovale di marmo marquinia nero, le venature bianche come vene sottopelle, la polvere cipria. Una lama di luce tagliava in diagonale l’immenso letto bianco, sfatto. Lambiva e brillava le pietre azzurre, trasparenti e lucide per finire sul muro. Vuoto, immobilità, silenzio di un abbandono improvviso. Unico indizio le classiche boccole dalle grandi pietre come occhi sul comodino. Lo specchio d’angolo galleggiava nella penombra segnato ancora da intime trasparenze appese.
Il riflesso del profilo di lei era ancor lì, intrappolato nel cristallo tra le ciocche scure, cerchi d’argento tra le dita bagnate di un mare fuori stagione. La linea esile della schiena si piegava sullo specchio a cercare dettagli ormai mescolati dalle carezze, a tentare di correggere il mascara colato, a rifare un rossetto mangiato. Il video azzurro li conteneva ancora. Una carezza che scostava i capelli, il girarsi improvviso di lei, sorrisi e sguardi al termine di un pomeriggio di fine Settembre… Riflessi d’argento tra i morbidi gesti. Orecchini Rainbow Classic blue… unici preziosi indizi di una intimità ancora vicina.

Lui l’aspettava…


Lei era arrivata tardi, stanca, disegnata solo dalle luci vive dei suoi gioielli, trafelata come vento da una finestra chiusa male. Si era addormentata subito, vestiti e gioielli ancora addosso. Rannicchiata nel sonno, le grandi maglie della lunghissima collana sfioravano le ginocchia. Era tutto così strano. Nell’abbandono totale quei segni d’argento evocavano Klimt, l’eros e la seduzione di una nudità attesa. La mano abbandonata sul cuscino, i grandi anelli dalle forme morbide tra gli abissi scuri dei capelli, gli orecchini lunghi, grandi e leggeri fino alla gola cambiavano riflesso ad ogni battito. La conosceva a memoria ma non si stancava mai di guardarla dormire. Accarezzava i suoi gioielli tutte le notti fino all’alba quando il sogno spariva dopo la magia del suo primo sorriso. 

Orecchini, orecchini, orecchini…

Capelli scompigliano il vento, orecchini sottili riflettono la tua luce. Raccogli la magia di seta in un segnale d’amore e li fermi con un gioco di prestigio. Orecchini disegnano linee curve sul tuo collo finalmente nudo. Riflessi sulle clavicole e sulla gola… orecchini, orecchini, orecchini spaiati che porti distratta come carezze scivolate sul naso, tra […]

Che orecchini magici hai?!

Ti sei regalata orecchini grandi quasi come la luce dei tuoi occhi! Adesso come faccio a guardarti? Ti giri piano concentrata come fossi sul green a metà del tuo perfetto swing. Gli orecchini ti seguono leggeri come farfalle. Ti avvicini nella tua tunica bianca, scalza, ti alzi in punta di piedi e mi abbracci. Le mie mani alla fine dei tuoi capelli cercano i due grandi cerchi di luce ma trovano solo il tuo viso. Ti faccio il solletico sul naso, come sempre prima di baciarti. Che orecchini magici hai! Un attimo fa non riuscivo a trovarli e ora ti accarezzano gli zigomi e le spalle come monili da schiava antica. Te lo dico e ridi come una matta… Sì, proprio una schiava antica! Rifai il tuo swing perfetto, come prima e sparisci seguita dalla gatta. Mi resta il fruscio di una luce, il profumo del tuo sguardo e una voglia di orecchini grandi stampata negli occhi.