La luce di Venezia

Certi giorni a fine Novembre il sole a Venezia è così caldo e intenso e luminoso che sembra durare sempre. Le pietre alle Zattere sono bianche e calde che vien voglia di stendersi fino a toccare l’acqua con la mano carica di anelli dalle pietre colorate. La luce rimbalza sull’acqua e amplifica i colori che disegnano riflessi violazzurri, verdi, arancio, ombre semitrasparenti come fosse fumo colorato che si allunga tra le dita e disegna volute rotonde sulla pelle, sui ricordi delle lastre di pietra d’Istria che non ci sono più, sulle piccole onde che si rompono così vicine. Le stesse luci, gli stessi colori che dagli orecchini tingono i capelli e gli zigomi, ombre che tagliano il viso e ridisegnano la bocca. In un attimo tutto diventa più giallo, il sole regala una vampata prima di spegnersi in laguna e congelare l’aria, la luce e i colori. Restano i riflessi verdazzurri, azzurrancio degli anelli tra le dita che sfumano veloci nel buio a riscaldare la notte gelida promettendo un’altra estate.

A Venezia ogni regalo diventa un ricordo

A Venezia ogni emozione è più forte, tutti i sorrisi sono grandi come il cielo sopra la laguna. Risate, sguardi, pensieri, carezze, baci… persino le tue smorfie, i tuoi giochi lasciano segni sulla pelle, indelebili, preziosi tattoo, gioielli che i tuoi gesti confondono con i riflessi dell’acqua. Gli anelli diventano cerchi di luce, vetrate gotiche le pietre lucide, onde lunghe copiano le curve su cui giocano le tue collane, le stesse disegnate dai capelli che celano e mostrano bagliori da orecchini fortunati… così vicini da soffiarti tutte le storie dei viaggiatori sospesi nella luce dorata della città. Venezia trasforma le emozioni nella sua luce unica… la malinconia sfuma già dietro i finestrini bagnati del treno alla fine del ponte della libertà…

I gioielli non servono a niente

I gioielli non servono a niente. Forse solo a chiedermi un bacio, ad attirare carezze pericolose. Le tue collane lunghe disegnano il collo, indicano l’ombelico, mostrano percorsi alle mani, segnano il buio di riflessi ovali, servono solo a ritrovarti. I grandi anelli dalle pietre colorate che metti d’estate come ghiaccioli e d’inverno come scaldini non servono a nient’altro che a incantarmi mentre mi indichi il mare e la neve con le mani che corrono ovunque mentre giochi e parli. Gli anelli larghi d’oro e d’argento sono solo specchi che dei giorni riflettono il vento e altri mi chiudono le mani dentro pensieri rossi. Gli orecchini rubano sguardi e tirano i capelli, attirano le mani degli amanti e le fanno sparire nelle chiome. I grandi cerchi rotondi si infilano tra le labbra a cercare parole solo sussurrate, confidenze proibite troncate, poi tornano a giocare, a dondolare aspettando nuovi occhi, altre mani, per altri inutili giochi…

Anelli, giochi, meraviglie…

Tra tutti i gioielli gli anelli sono simboli, segni indelebili e definitivi. Pegni d’amore, promesse, attestati di appartenenza ad esclusive enclave, sigilli perentori del potere assoluto. Scrigni di segreti scuri, di pozioni magiche e veleni. Sculture, giochi, meraviglie di ingegneria e palcoscenici di luci e colori.
Amo da sempre le sue mani affusolate dalle dita lunghe e sottili da prestigiatore, da maga capace di ogni incantesimo. Mani cariche di anelli buoni per tutti i suoi trucchi. La larga fascia squadrata, lucida di luce, liquida come gli occhi, scalfita solo dai segni delle mie tacche che contano i nostri incontri. Non ho mai capito la rotonda pietra viola trattenuta dal cerchio di luce bianca che le segna l’indice. Di certo un presagio, l’indicazione di un luogo segreto dell’anima. Il mio preferito, la lunga ellisse nera, il primo, l’unico imperdibile. Il sottile cerchio d’argento graffiato che racconta di una vita da gatta. Il calore del quarzo fumè quadrato che mette d’autunno. La grande pietra verde, il cerchio d’oro rosa… I suoi infiniti anelli, incantesimi celati dalle bellissime mani, magie nascoste in ogni carezza da strega. Sorridi!